PROSEGUONO GLI INCONTRI CON I RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO
A valle della mobilitazione del 21 settembre è opportuno riassumere passo, passo, anche quanto emerso nella nel corso della prima riunione convocata Mercoledì 28 settembre scorso, ove il Mise non chiarì nessun aspetto sul futuro dell’ex Ilva, in quanto nessuno dei funzionari presenti, fornì elementi concreti sull’ingresso pubblico dello Stato nella società con Arcelor Mittal, oltre che sul futuro piano industriale, ambientale, occupazionale. In quell’incontro la UILM palesò il rischio di arrivare al 30 novembre con ArcelorMittal che corrisponde una penale irrisoria e va via, lasciando solo macerie.
Dopo il secondo incontro di giorno 1 ottobre, stamane si è svolto il terzo incontro presso il MISE che deve, senza troppi giri di parole, inevitabilmente condurre già dai prossimi giorni, ad una marcia spedita verso le sacrosante ragioni della UILM. Serve una netta accelerata e la costituzione di un tavolo di trattativa che riaffermi una fabbrica salubre e sicura in cui la chiave di volta sia il lavoro e non l’assistenzialismo.
Si è tenuto oggi presso il Ministero dello sviluppo economico il programmato incontro sulla vertenza ex Ilva.
Il ministro Patuanelli, introducendo l’incontro, ha indicato la necessità che la soluzione delle crisi nei grandi gruppi siderurgici, si collochi all’interno di un quadro di politiche industriali di settore che ricompongano l’intera filiera e che riguardino sia i produttori che i consumatori finali dell’acciaio.
In questo senso le dichiarazioni del ministro vanno nella direzione da noi più volte sollecitata di avviare un tavolo di confronto sul settore della siderurgia.
Per quanto riguarda invece lo stato della vertenza ex Ilva, l’AD di Invitalia Arcuri ha confermato che la trattativa per l’ingresso dello Stato con capitale pubblico in AMI è in fase avanzata e che dalla conclusione della stessa dipendono i tempi del confronto sul Piano industriale e ambientale.
In ragione di ciò, abbiamo ribadito al ministro e all’AD di Invitalia, la necessità di una rapida conclusione sia per motivi legati all’incertezza e all’insicurezza in tutti gli stabilimenti del gruppo, sia per avviare una trattativa vera sul futuro in termini di livelli produttivi ambientalmente sostenibili e coerenti con gli impegni, i vincoli e le clausole occupazionali definite con l’accordo del settembre 2018.
Al ministro abbiamo riconfermato il nostro giudizio sull’andamento e sulla natura di questi primi incontri che hanno consentito di registrare e di chiarire le relative valutazioni, ma che non hanno mai assunto il carattere di una trattativa.
I nodi irrisolti e l’urgenza legata alla condizione lavorativa e di perdita di reddito dei lavoratori dell’insieme del gruppo, impongono la necessità di un cambio di passo e di natura al confronto in atto.
Occorre quindi che fin dal prossimo incontro, al momento non ancora programmato, si decida di entrare nel merito dei nodi irrisolti, delle risposte mancate e si garantisca il coinvolgimento nella trattativa delle rappresentanze dei lavoratori dell’insieme del gruppo.