EMERGENZA COVID-19 E FASE 2

SVIMEZ: RIPARTENZA PIU’ PROBLEMATICA PER IL MERIDIONE

L’Istituto per lo Sviluppo dell’Industria per il Mezzogiorno prevede una ripartenza economica più problematica nel Meridione, dove ancora non si erano esauriti gli effetti negativi della crisi del 2008. La premessa in ogni caso è quella della graduale riapertura delle aziende ed un ritorno alla normalità, si spera, il prima possibile, ma con alla base l’assoluto rispetto delle norme per la salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori. Dai dati elaborati, il lockdown costa 47 miliardi al mese, 37 al Centro-Nord, 10 al Sud. Considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, il Pil nel 2020 si ridurrebbe, in base a un report redatto dagli economisti della SVIMEZ, del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno. Dal report emerge che:

  • l’emergenza sanitaria colpisce più il Nord, ma gli impatti sociali ed economici “uniscono” il Paese.
  • il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centro-Nord nella fase della ripresa, perché sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto.
  • Occorre completare il pacchetto di interventi per compensare gli effetti della crisi sui soggetti più deboli, lavoratori non tutelati, famiglie a rischio povertà e micro imprese.

Come UILM siamo fermamente convinti che occorra più coraggio nelle scelte da parte del Governo, tese a garantire l’immediato, ulteriore sostegno finanziario per i lavoratori e le imprese. Un nuovo modello che sostenga gli effetti terribili del lockdown e di questa crisi mai prima d’ora conosciuta; soprattutto, misure che non subiscano l’influenza austera e negativa di regole comunitarie funzionali ad un contesto “normale”.

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