VERTENZA EX ILVA: IL PUNTO

MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI SOCIALI, DELL’APPALTO E DI ILVA IN AS

Si è svolta Martedì 20 luglio la mobilitazione programmata innanzi la Prefettura di Taranto per le ragioni legate alla vertenza dell’ex ILVA.
La mobilitazione ed il presidio sono state il frutto di una decisione assunta dai lavoratori durante le due assemblee svolte Venerdì scorso presso la direzione di Acciaierie d’Italia e la portineria imprese. Tutto si è reso necessario per il pericoloso impasse che continuiamo a registrare sugli sbocchi della vertenza.

Uno stato di fatti che ha generato fortissimo malessere tra i lavoratori e la Comunità tarantina, divenuto oramai insostenibile, perché al centro di tutto permane, da un lato, lo stallo sul futuro dell’intero progetto di ambientalizzazione della fabbrica e, dall’altro, l’incertezza per il futuro occupazionale dei lavoratori Sociali, dell’Appalto e di Ilva in Amministrazione straordinaria passando per una protratta cassa integrazione che rischia di ridurre sul lastrico le migliaia di famiglie.

Durante il presidio non sono mancati i momenti di confronto e discussione tra i presenti, uniti a momenti di forte nervosismo, che si traduce nel grido di allarme che la UILM lancia da tempo.

Abbiamo chiesto la convocazione a Sua eccellenza il Prefetto per significare, ancora una volta, che il tempo degli slogan è finito e non c’è altro tempo da perdere.

Bisogna avere il coraggio di scegliere ciò che per questa Comunità e per i lavoratori rappresenti il meglio. Al di fuori di qualunque cosa che abbia il sapore di compromesso e bisogna farlo subito, adesso e senza indugi. Senza soprattutto sacrificare l’ambiente ed il rispetto della vita per assicurare di contro il lavoro (a pochi) e, senza sacrificare quest’ultimo in nome del tanto declamato processo di transizione.

Abbiamo chiesto ed ottenuto questa convocazione prefettizia perché tutti siamo in obbligo, a partire dalla politica e istituzioni, di mettere la parola fine a questa penosa vertenza che oramai prosegue a colpi di scena, tra le varie dispute e conflitti istituzionali, che piegano una società maggiormente di come una pressa della grande acciaieria possa fare con il suo stesso acciaio.

Durante il tavolo di convocazione abbiamo scandito, ancora una volta, tutto questo, ed abbiamo avanzato la richiesta di convocazione di un tavolo ministeriale per discutere di piano industriale per la salvaguardia dell’ambiente, dell’occupazione, ma che al tempo stesso contenga all’interno le premesse per un’auspicata ed imprescindibile condivisone sociale.

Ad oggi, a distanza di quasi due anni dal 6 settembre 2018, non abbiamo partecipato a nessun tavolo di confronto inteso come trattativa con il Governo, ed oggi, a differenza di ieri, tra i soggetti investitori nella nuova compagine societaria Acciaierie d’Italia c’è proprio lo Stato.

Abbiamo ripetuto che gli accordi commerciali (4 marzo e 10 dicembre 2020) per la UILM non hanno valenza e da soli non bastano a sconfessare l’unico percorso democratico condiviso dai lavoratori, anche se non a cuor leggero e che oggi più che mai deve rappresentare il punto fermo da cui riprendere il dialogo, se tale deve essere.

E’ divenuta inaccettabile l’incertezza per le ragioni legate alla salvaguardia dell’ambiente, è inaccettabile la falce economica di una CIG galoppante senza integrazione salariale per i lavoratori sociali. E’ diventato inaccettabile il non rispetto degli accordi, ed è diventato inaccettabile il clima di incertezza per i lavoratori di Ilva in Amministrazione straordinaria se associata alla pericolosa roulette dei pagamenti delle ditte dell’appalto e dell’indotto.

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