MANIFESTAZIONE PER INDUSTRIA E LAVORO

NETTO ATTACCO DELLA UILM TARANTO SULLE RAGIONI DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO

Giovedì 25 giugno, Una folta delegazione della UILM Taranto composta da lavoratori appartenenti alle varie aziende del territorio, ha portato in Piazza del Popolo a Roma il messaggio netto in rappresentanza dei lavoratori di ArcelorMittal, ex Ilva, dell’appalto e di tutte le aziende del territorio.
Dopo oltre un mese dalla ripresa delle attività produttive, economiche e sociali la situazione continua ad essere insostenibile, ed è per questo che abbiamo manifestato, nonostante le restrizioni previste, e lo abbiamo fatto rispettando i protocolli di sicurezza imposti.
Dopo lo sciopero del 14 di giugno scorso, per denunciare una situazione industriale, occupazionale ed economica difficile e preoccupante, ci siamo assunti la grande responsabilità di scendere nuovamente in piazza per manifestare il nostro dissenso verso il degrado industriale, il rischio della chiusura di centinaia di aziende e della perdita di migliaia di posti di lavoro e per lanciare un messaggio forte e chiaro: Bisogna interrompere questa deriva!
Il Governo, le multinazionali e le aziende si sono mostrate incapaci di mettere in campo iniziative a salvaguardia del lavoro e dello sviluppo.
Da parte del Governo non ci fu nessuna reazione, come capita spesso negli ultimi anni, ma con il passare dei mesi e dopo lo scoppio della pandemia, la situazione delle crisi industriali in Italia è ulteriormente peggiorata e c’è il serio rischio che dopo questa emergenza, avremo un Paese diverso, con l’aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali ed economiche. Il Nord falcidiato dalle migliaia di morti per Coronavirus e il Sud che rischia la desertificazione industriale.
Nel mese di Marzo e Aprile sono stati persi 200 miliardi di produzione industriale ed in soli 2 mesi abbiamo già persi circa 300mila posti di lavoro, con il serio rischio (fonte ISTAT) di perdere entro il 2020 circa 2 milioni di posti di lavoro. 4 aziende su 10 hanno dimezzato il fatturato, ed l 70% di esse ha fatto ricorso alla cassa integrazione coinvolgendo circa 8 milioni di lavoratori, dove i più fortunati che hanno visto riconoscersi l’assegno, hanno sfiorato di poco le 900 euro e le banche hanno perfino disatteso l’impegno di anticipazione per tutti i lavoratori della cassa integrazione. Nel solo mese di maggio le ore di cassa integrazione hanno sfiorato il miliardo e tutto ciò è del tutto intollerabile.
Anche i Decreti che bloccano momentaneamente i licenziamenti non hanno risolto il problema perché si ripresenterà con tutta la sua drammaticità alla fine di agosto. Purtroppo i licenziamenti non si possono bloccare per Decreto!
L’intera produzione della filiera dell’acciaio in Italia è a rischio. Ilva, Ast di Terni, Jindal a Piombino, ex Alcoa di Portovesme e tante altre sono in forte crisi. Rimane ancora irrisolta la vertenza di Termini Imerese. E’ una vergogna! Sirti, Jabil, Ex Embraco, Whirlpool, Bekaert, Honeywell e tante altre fanno parte delle 100 vertenze che nella manifestazione di Giovedì abbiamo voluto rappresentare.
1 – Vogliamo parlare di politica industriale!
2 – Vogliamo parlare del ruolo delle multinazionali!

3 – Vogliamo parlare del rilancio dei settori industriali, puntando su ricerca, sviluppo, formazione e innovazione!
4 – Vogliamo parlare della riduzione del peso fiscale per i lavoratori dipendenti, dell’aumento dei salari per far ripartire i consumi e non una semplice sospensione dell’Iva!

5 – Vogliamo parlare della detassazione dei premi di risultato!
6 – Vogliamo parlare delle modifiche degli ammortizzatori sociali e delle ingiuste fasce di reddito!
7 – Vogliamo parlare della semplificazione della burocrazia!

8 – Vogliamo incentivare il welfare aziendale, la previdenza e la sanità complementare!
9 – Vogliamo investimenti tecnologici, innovativi e ambientali!
10 – Vogliamo chiarimenti dal Governo sulla partecipazione dello Stato all’interno del- le aziende in crisi!
11 – Vogliamo risposte concrete per ammodernare il nostro Paese puntando sull’economia circolare e sul rifinanziamento del progetto di Industria 4.0!
12 – Vogliamo discutere degli intollerabili infortuni sul lavoro, diminuiti in questi mesi solo per effetto delle chiusure delle fabbriche!

Sono in pericolo i diritti fondamentali: la libertà, la democrazia, il lavoro.
La cassa integrazione e i sussidi sono stati indispensabili per questo periodo ma da soli non saranno sufficienti per far ripartire la nostra economia.
Il vero dramma italiano è il lavoro che non c’è. Bisogna investire sul lavoro duraturo e dignitoso. Bisogna investire sulla dignità del lavoro.
Bisogna puntare su un vero piano per il lavoro. Bisogna investire sui giovani per ridurre la disoccupazione giovanile. Bisogna puntare su un lavoro legale per combattere le disuguaglianze e la povertà.
Bisogna puntare su una vera politica per il lavoro altrimenti il nostro Paese continuerà ad arretrare.
Le riforme di questi anni hanno eliminato i diritti e le tutele, peggiorato gli ammortizzatori sociali e aumentato la precarietà!
La crisi e la pandemia ci consegnano un Paese più povero. Sono aumentate le disuguaglianze, le differenze tra il Nord e il Sud, tra i giovani e gli anziani, tra le donne e gli uomini.
Per rilanciare il nostro Paese servono investimenti pubblici e privati!
È necessaria una grande coesione tra i vari strati sociali, tra il Nord e il Sud d’Italia!
Cgil, Cisl e Uil devono avviare un vero confronto con il Governo. Bisogna spiegare al Presidente del Consiglio che i provvedimenti da adottare vanno concordati con le parti sociali rappresentative.
La situazione ormai è molto grave e per queste ragioni pretendiamo di essere convocati dal Governo e da Federmeccanica altrimenti ci rivedremo in piazza più arrabbiati e numerosi di prima!

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