TRA SEGNALI DELLA RIPRESA ED EVIDENZE DEI TAVOLI DI CRISI
Gli indicatori macroeconomici evidenziano una netta ripresa della macchina italiana, anche se le incognite, come la mancanza di materie prime su scala globale, minacciano la durata del mercato e potrebbero provocare ulteriori temporanee frenate.
L’estate 2021 è stata, a detta di molti, il vero motore della ripartenza dell’Italia tra gli effetti devastanti della pandemia di Covid-19, con una ripresa delle attività produttive dopo il lungo lockdown e l’inaspettato boom del turismo dell’intero Paese. Un dato ancor maggiore restringendo la lente grandangolare, visto l’inaspettato e tanto atteso boom del turismo in Puglia ad un passo dal cosiddetto sold-out. Ma la bella stagione, si sa, passa in fretta!
A partire dalla produzione industriale, alle previsioni del Pil, riviste al rialzo in modo costante, passando per percentuale di occupati e tasso di disoccupazione, si associa un dato che tuona assordante e fa presto a far mantenere cauta la previsionale visione celeste; i tavoli di crisi nazionali.
Infatti, una delle cosiddette cartine tornasole è rappresentata dagli 87 i tavoli di crisi istituiti presso il ministero dello Sviluppo Economico, il quale dovrà nel corso dell’autunno, fronteggiare ognuna per arginare cause, sintomi e l’irrefrenabile e devastante fenomeno delle delocalizzazioni delle imprese. Nel dossier che si ritroveranno sulla scrivania il ministro Giorgetti e la viceministra Alessandra Todde ci sono alcuni casi storici legati a questo insano fenomeno, ma altri più recenti: dall’epopea della Embraco di Riva di Chieri, nel torinese, passando per Whirlpool, Elica e Blutec, Gkn, Giannetti Ruote; solo per citarne alcune.
Resta senza dubbio fondamentale, viste le rilevanze, discutere il copioso fascicolo legato alla vicenda dell’ex ILVA e sciogliere definitivamente i nodi per le sorti di una Comunità e il futuro migliaia di lavoratori, che, così come ha ammonito la UILM nell’ultima nota stampa, la pazienza è giunta al capolinea.