PANDEMIA: CONSEGUENZE PEGGIORI PER L’OCCUPAZIONE DI DONNE E GIOVANI
Da una parte una discontinuità con il passato, dall’altra la continuità con problemi mai risolti.
Sono questi i due elementi principali che hanno connotato il 2020, un anno che ci ha catapultati a fare i conti con un nuovo modo di lavorare (smart working) accelerando un processo che probabilmente avrebbe avuto tempi molto più lunghi di realizzazione, ma anche un anno che ripropone, accentuandole, tutte le criticità del nostro mercato del lavoro.
Il Rapporto sul Mercato del Lavoro diffuso oggi congiuntamente da Ministero del Lavoro, Anpal, Istat, Inps e Inail, fotografa, in maniera precisa, i molteplici effetti negativi occupazionali prodotti dalla pandemia, sottolineando come le peggiori conseguenze stiano ricadendo su donne e giovani che hanno subito le maggiori perdite occupazionali poiché in larga parte interessati da lavori temporanei.
E ciò è dovuto in larga misura al fatto che troppe criticità del nostro mercato del lavoro si trascinano da sempre senza una soluzione.
Investire in infrastrutture sociali per liberare le donne dai compiti di cura lavorando al contempo sulla cultura della “condivisione” degli stessi tra uomini e donne e strumenti per favorire il collegamento dei nostri giovani al mercato del lavoro sono due priorità su cui si deve investire in fretta, anche con le risorse di Next Generation UE.